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Le Cattedrali dell’Industria: una riflessione sul management italiano e la sua evoluzione

Una profonda analisi sulla storia e sui motivi del progressivo tramonto della grande industria italiana. Ripartiamo da una riscoperta del significato aziendale e del ruolo del manager

Nel panorama editoriale dedicato al management e alla storia industriale italiana, un titolo spicca per profondità e unicità: Le Cattedrali dell’Industria – Una insolita storia di management tra Olivetti, Fiat e Telecom. Il libro, scritto da Mario Rosso, ex manager di rilievo in alcune delle più grandi aziende italiane, offre uno sguardo appassionato e lucido sulle trasformazioni del mondo aziendale nel nostro Paese.


Mario Rosso, laureato in filosofia teoretica, ha ricoperto ruoli chiave in realtà come Olivetti, Fiat e Telecom, accumulando un’esperienza che oggi diventa il punto di partenza per una riflessione più ampia su ciò che è andato storto e su ciò che si può ancora fare per il rilancio delle imprese italiane.


La crisi delle grandi aziende italiane: cause e dinamiche

Rosso non si limita a un’analisi superficiale, ma scava in profondità per individuare le cause che hanno portato al declino delle grandi aziende italiane, un tempo pilastri dell’economia nazionale. Tra i principali fattori, spiccano la globalizzazione e l’impatto delle tecnologie.


Negli anni ’70, l’Italia godeva di un sistema industriale forte, con aziende come la Fiat che dominavano il mercato automobilistico nazionale con il 70% di quota. Tuttavia, la mancata preparazione all’apertura dei mercati globali ha lasciato le imprese italiane indifese di fronte alla concorrenza internazionale.

Un altro aspetto cruciale è stato la mancanza di capitali.


Come sottolineato nel libro, l’Italia ha sofferto di un “capitalismo senza capitali”, con le banche che non hanno saputo sostenere a dovere le aziende. Questo ha portato non solo a perdere opportunità di acquisizioni internazionali e sviluppo, ma anche a trasformare molte grandi imprese italiane in prede. Fiat, Telecom, Rinascente: nomi iconici che oggi appartengono a capitali stranieri, un chiaro segnale di quanto il sistema sia stato incapace di proteggere e sviluppare il proprio patrimonio industriale.


Il ruolo della formazione e il declino delle scuole di management

Un tema centrale del libro è il ruolo della formazione manageriale. Rosso ricorda come, negli anni ’70, le grandi aziende italiane vantassero vere e proprie università del management, capaci di preparare una generazione di dirigenti di altissimo livello. Tuttavia, con l’arrivo delle prime crisi economiche, queste scuole sono state tra i primi investimenti a essere tagliati.

“Tagliare la formazione è stato un errore imperdonabile,” sottolinea Rosso. La mancanza di figure manageriali ben preparate ha contribuito a un declino lento ma inesorabile.


Il valore del manager italiano: flessibilità e creatività

Nonostante le difficoltà, Rosso riconosce una qualità unica nei manager italiani: la capacità di adattarsi rapidamente e trovare soluzioni innovative. Questa caratteristica emerge chiaramente nel confronto con colleghi stranieri.


Gli italiani erano sempre un passo avanti: flessibili, intuitivi, capaci di cogliere il problema in anticipo,” afferma Rosso. Tuttavia, questa genialità è stata spesso penalizzata da un’incapacità di fare sistema, un tratto culturale che impedisce agli italiani di sfruttare appieno il proprio potenziale.


Riscoprire i valori: un nuovo paradigma per il management

Nel libro, Rosso invita a una riscoperta dei valori fondamentali che dovrebbero guidare il management. Fare impresa non dovrebbe limitarsi alla produzione di beni o all’ottimizzazione dei conti economici, ma contribuire a creare significato e valore per la società.


Un esempio illuminante è il payoff di Nokia, “Connecting People”, che Rosso cita come modello. Dietro la produzione di un semplice telefono, si cela una missione più profonda: connettere le persone, costruire comunità e migliorare la comunicazione umana. Questo approccio, secondo Rosso, dovrebbe essere il punto di partenza per ogni azienda che voglia non solo prosperare economicamente, ma lasciare un segno positivo nella società.


L’impatto sociale e ambientale come priorità aziendale

Nel contesto odierno, in cui i consumatori cercano sempre più un legame emotivo con i brand, l’attenzione all’impatto sociale e ambientale diventa cruciale. Rosso evidenzia come le aziende debbano mettere al centro le persone: dipendenti, clienti e comunità.


Investire nella formazione, valorizzare le competenze umane e ascoltare realmente le esigenze dei propri stakeholder sono passi fondamentali per costruire imprese sostenibili e di successo. “Non basta essere manager, bisogna essere uomini prima di tutto,” sottolinea l’autore.


Conclusione: un libro per ispirare

Le Cattedrali dell’Industria non è solo un libro di management, ma una raccolta di esperienze, storie e riflessioni che invitano a ripensare il ruolo delle aziende e dei manager nella società. Con uno stile accessibile e mai noioso, Rosso offre un contributo prezioso a chiunque voglia comprendere le dinamiche del passato e intravedere le opportunità del futuro.


Un’opera che parla di errori, ma anche di possibilità, con l’obiettivo di ispirare una nuova generazione di leader a costruire non solo prodotti, ma significati duraturi.




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