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Compliance e Tecnologia: Come le Norme Modellano il Futuro Digitale

La trasformazione digitale sta rivoluzionando il mondo del business, ma con l'innovazione arrivano anche nuove sfide normative. Ne parliamo con Giuseppe Garzillo


Oggi più che mai, le aziende si trovano ad affrontare una sfida complessa: innovare mantenendosi compliant. Tra intelligenza artificiale, cybersecurity e protezione dei dati, il quadro normativo sta evolvendo rapidamente e le imprese devono correre per non restare indietro.


Abbiamo approfondito l'argomento con Giuseppe Garzillo di PwC Italia, che ci ha presentato i risultati della Global Compliance Survey 2025, una ricerca che ha coinvolto quasi 2.000 aziende in tutto il mondo. Ecco cosa emerge.


L'intelligenza artificiale tra opportunità e rischi

L'AI sta trasformando i modelli di business, ma la nuova normativa europea (AI Act) introduce regole stringenti. In Italia, solo un'azienda su quattro sta già integrando sistematicamente compliance e intelligenza artificiale.

Molte imprese sono ancora nella fase di sperimentazione, alla ricerca di use case concreti per applicare queste tecnologie. Il problema? L'AI porta con sé rischi non banali: violazione della privacy, algoritmi distorti, sicurezza dei dati.

PwC stessa ha dovuto vietare l'uso di alcuni strumenti di AI pubblici per motivi di riservatezza, sviluppando invece una soluzione interna più sicura. La lezione è chiara: l'innovazione va perseguita, ma con i giusti controlli.


Cybersecurity: non più solo un problema delle grandi aziende

Gli attacchi informatici sono ormai una minaccia per tutti. Le nuove normative come NIS 2 e DORA stanno alzando l'asticella della sicurezza, ma il vero cambiamento deve avvenire nella mentalità delle imprese.

Anche le PMI devono rendersi conto di un fatto semplice: se fanno parte di una filiera produttiva, un attacco a un loro fornitore può bloccare l'intera catena. La cybersecurity non è più un optional, ma una necessità tanto quanto lo sono diventate le cinture di sicurezza per le auto.


Privacy e AI: il GDPR torna sotto i riflettori

Con l'esplosione dell'intelligenza artificiale, il regolamento sulla protezione dei dati sta vivendo una seconda giovinezza. Il motivo? L'AI si nutre di informazioni, e molte di queste sono dati personali.

Le nuove frontiere della profilazione, addirittura con sistemi in grado di riconoscere le emozioni degli utenti, pongono interrogativi etici e normativi. Le aziende devono capire che un data breach oggi non significa solo multe salate, ma soprattutto un danno reputazionale difficile da riparare.


Italia vs estero: chi sta facendo meglio?

Dalla ricerca emergono differenze interessanti tra l'approccio italiano e quello internazionale.

Le aziende del nostro paese sono ancora molto focalrate su temi tradizionali come anticorruzione e sicurezza sul lavoro. All'estero, invece, si discute già di governance avanzata, tutela della proprietà intellettuale e compliance di prodotto.

In pratica, mentre noi siamo concentrati a digitalizzare i processi di base, altri stanno già pensando a come regolare innovazioni ancora più disruptive.


Cosa possono fare le aziende?
  1. Evitare approcci frammentati - Cybersecurity, AI e compliance vanno gestite in modo integrato

  2. Formare team multidisciplinari - Servono competenze tecniche, legali e gestionali

  3. Valutare collaborazioni esterne - Per le PMI, il co-sourcing può essere la soluzione migliore

  4. Pensare alla reputazione - Oggi un incidente informatico può costare più di una sanzione


Il messaggio finale è chiaro: in un mondo che cambia rapidamente, restare compliant non è più solo un obbligo, ma un vantaggio competitivo.

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