
Perché le criptovalute stanno diventando fondamentali per i Treasury americani
Negli ultimi mesi si parla sempre più spesso di un legame inaspettato: quello tra il debito pubblico degli Stati Uniti e le criptovalute, in particolare le stablecoin
Un paradosso che merita di essere compreso a fondo, perché dietro a questa dinamica si nascondono sia opportunità che rischi per i mercati finanziari globali.
Cosa sono le stablecoin e perché interessano al Tesoro USA
Le stablecoin sono criptovalute ancorate a un asset reale, solitamente il dollaro statunitense, e garantite da riserve liquide. Per mantenere la loro stabilità, gli emittenti devono investire i dollari ricevuti dagli utenti in strumenti sicuri e facilmente liquidabili.
Grazie al Genius Act, approvato dal Congresso americano, gli emittenti di stablecoin sono oggi obbligati a detenere una parte rilevante delle loro riserve in Treasury a breve scadenza. Questo significa che ogni volta che un investitore acquista una stablecoin, si genera una domanda indiretta di titoli di Stato USA.
Il potenziale di mercato
Il mercato delle stablecoin vale oggi circa 250 miliardi di dollari, ma le proiezioni parlano di una possibile crescita fino a 2.000 miliardi nei prossimi anni. Una base di domanda enorme, capace di diventare un nuovo canale di finanziamento per il debito federale.
Il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha già avviato un dialogo con operatori come Tether e Circle, riconoscendo il ruolo strategico che queste monete digitali potrebbero avere nel sostenere il mercato dei Treasury.
Perché gli USA hanno bisogno delle stablecoin?
Se da un lato la strategia appare brillante, dall’altro evidenzia una realtà scomoda:
Il debito americano continua a crescere a livelli record, spinto anche dalla recente riforma fiscale.
Le agenzie di rating hanno già tolto la prestigiosa tripla “A”.
I compratori tradizionali – banche centrali estere, fondi pensione, grandi gestori – stanno rallentando gli acquisti o chiedono rendimenti più alti.
In questo contesto, le stablecoin diventano una sorta di “ancora di salvezza” per garantire domanda ai Treasury.
I tre rischi principali
Affidarsi a questo meccanismo porta però con sé nuove vulnerabilità:
Rischio politico e sistemico: delegare parte della stabilità del debito pubblico a società private, spesso opache e con sede offshore, può generare rischi difficili da controllare.
Rischio ciclico: se il mercato crypto entra in una fase ribassista, anche la domanda di Treasury legata alle stablecoin può crollare improvvisamente.
Rischio reputazionale: l’immagine degli Stati Uniti potrebbe indebolirsi, se la prima economia mondiale deve ricorrere a strumenti nati nel mondo crypto per collocare i propri titoli di Stato.
Una domanda aperta
Alla fine resta l’interrogativo più importante: i Treasury americani sono ancora il porto sicuro della finanza globale, oppure rappresentano oggi un rischio crescente per i risparmiatori e i fondi d’investimento?
La risposta dipenderà da come si evolverà il rapporto tra debito USA e criptovalute, e da quanto il mercato sarà disposto a fidarsi di questa nuova alleanza.
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