top of page

La volatilità nei mercati azionari: quanto potrebbe essere estremo uno scenario ribassista?

Nell'attuale fase di mercato quanto è razionale attendersi una fase di ribasso "estrema"? Vediamo cosa ci racconta l'analisi finanziaria

Nel mondo della finanza, uno dei concetti più affascinanti – e allo stesso tempo spaventosi – è la volatilità dei mercati azionari. Le oscillazioni imprevedibili dei prezzi possono generare sia opportunità straordinarie, sia perdite devastanti. Ma quanto dovrebbe essere realistico – o estremo – uno scenario ribassista (bear case) nelle analisi di mercato?


La Logica Dietro i "Bear Case"


Molte società finanziarie offrono previsioni multiple sui titoli, suddividendole in scenari ottimistici (bull), centrali (base case) e pessimisti (bear). Tuttavia, ciò che spesso manca in questi ultimi è la profondità analitica e l'immaginazione necessaria per rappresentare un vero rischio sistemico.


Prendiamo ad esempio il caso recente elaborato dal team globale di strategia di J.P. Morgan: una proiezione per l’S&P 500 a quota 4.000 entro fine anno. Basata su utili stimati a 250 dollari per azione e un rapporto prezzo/utili (P/E) di 16, questa ipotesi riflette un mercato in contrazione ma non catastrofico.


Ma è davvero questo il "peggio" che può accadere?


Il Rischio di Sottovalutare l’Estremo


Se ipotizziamo un calo degli utili del 10% e applichiamo un P/E storico medio di 14,5, si potrebbe giungere a un livello dell’S&P 500 attorno a 3.420 punti: una contrazione del 47% rispetto ai massimi recenti. Questo scenario, sebbene estremo, non è impossibile – soprattutto considerando fattori come l’aumento delle tensioni commerciali globali, l’inflazione persistente e un possibile rallentamento economico globale.


Come osservato da analisti di BofA Securities, l’impatto potenziale delle tariffe doganali sospese avrebbe potuto ridurre gli utili del 5% fino al 30%, a seconda delle reazioni a catena nei prezzi e nei consumi. Una forbice così ampia riflette l’incertezza insita nei mercati moderni.


Il Bias Cognitivo e la Percezione del Rischio


Molti investitori sottovalutano scenari negativi a causa di bias cognitivi come l’"effetto ancoraggio" e la "distorsione del presente". Tendiamo a credere che il futuro sarà simile al passato recente, dimenticando episodi storici di crolli significativi come quelli del 2000 o del 2008.


Anche se negli ultimi decenni il mercato è stato spinto da bassi tassi d’interesse, profitti crescenti e abbondanza di capitale, non esistono garanzie che tali condizioni si mantengano.


Conclusione: Prepararsi al Peggio, Sperare nel Meglio


Prevedere uno scenario ribassista credibile significa prendere in considerazione eventi improbabili ma ad alto impatto. Non si tratta di allarmismo, ma di gestione del rischio consapevole. Come ricordato dagli analisti di Oppenheimer, è più utile immaginare “un minimo ad alta intensità” piuttosto che limitarsi a oscillazioni di breve periodo.


Investire è un'attività intrinsecamente incerta, ma l’approccio scientifico e analitico permette di navigare anche i mari più agitati. E mentre le fiabe d’infanzia spesso finivano in scenari disastrosi e grotteschi, il mondo reale richiede una pianificazione solida, razionale e... un pizzico di immaginazione.

Tavola disegno 4.png

fa parte del gruppo

Logo PFEconomy.png

Il più importante hub per la divulgazione

della cultura economica e finanziaria

  • Linkedin
  • Facebook
  • Instagram
  • Youtube

© PFHolding Srl

Società certificata UNI EN ISO 9001:2015 per la qualità delle attività proposte.

bottom of page