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ASEAN al centro del futuro: dove guardano oggi gli investitori globali

L’analisi sui paesi che stanno ridefinendo il concetto di “mercato emergente” e sulle nuove direttrici del potere economico asiatico.



Per anni l’Asia è stata descritta come un’unica grande realtà emergente, spesso ridotta alla sola Cina. Una semplificazione che oggi non regge più. L'intervista con Alessia Amighini mette in luce un quadro molto più articolato, fatto di dinamiche divergenti, aree in forte crescita e regioni strategiche che l’Occidente continua a sottovalutare.


La Cina non è “emergente”, ma non è neppure un Paese ricco

La definizione storica di “paese emergente” fa riferimento al reddito medio. Da questo punto di vista, la Cina occupa ancora il 70° posto al mondo per PIL pro capite. È una potenza aggregata grazie alla sua scala, non alla ricchezza individuale. Questo spiega perché sia ancora classificata al WTO come non market economy.


Una distinzione importante per capire i nuovi equilibri: la Cina è un gigante industriale e tecnologico, ma resta lontana dai livelli di benessere delle grandi economie avanzate.


ASEAN: il mercato enorme che l’Europa continua a ignorare

L’area ASEAN è una delle regioni più dinamiche al mondo, e da oltre 25 anni cresce a ritmi sostenuti. Comprende dieci Paesi, con differenze profonde tra Singapore e Filippine, ma con una caratteristica comune: insieme rappresentano un mercato gigantesco.


Basti un dato: solo l’Indonesia conta più di 400 milioni di abitanti.

In Europa tendiamo a osservarla come un’area secondaria, mentre è al centro degli equilibri geopolitici tra India, Cina, Giappone e Occidente. Non a caso:

  • l’India punta a rafforzare i legami economici

  • il Giappone ha già consolidato partnership avanzate

  • la Cina la considera un mercato “di casa” da presidiare sistematicamente


E l’Unione Europea? Da anni tiene nel cassetto un accordo commerciale strutturale con ASEAN, un ritardo strategico che rischia di costare caro.


Asia Centrale: una nuova frontiera economica

Uzbekistan, Kazakistan e le repubbliche centro-asiatiche stanno acquisendo un ruolo crescente grazie a:

  • popolazioni giovani

  • risorse naturali rilevanti

  • posizionamento geografico strategico tra Cina, Russia e Medio Oriente

Non sono ancora protagoniste globali, ma rientrano già nella mappa dei futuri poli di sviluppo.


Le nuove rotte della Cina

La politica economica cinese punta in tre direzioni complementari:

  1. ASEAN, come mercato vicino e ricco di opportunità

  2. Africa, dove Pechino ha costruito relazioni di scambio fortemente sbilanciate

  3. Mercosur, che sta spostando l’asse commerciale latinoamericano più verso la Cina che verso l’Europa


La Malesia è un caso emblematico: un Paese piccolo, ma con una concentrazione tecnologica tale da essere diventato hub per la produzione di microprocessori, grazie anche ad accordi stretti con Pechino.


L’Europa rischia di restare indietro

La conclusione di Amighini è chiara: l’ASEAN non può più essere considerata un’area “minore”.La sua densità abitativa, la velocità di sviluppo e la centralità geopolitica la rendono uno dei mercati più importanti del futuro.

Per l’Europa—e per l’Italia—ignorare questo scenario significa perdere accesso a uno dei blocchi più vitali della nuova economia globale.



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