
Longevity e qualità della vita: perché pianificare il futuro è la chiave per il mondo del lavoro
La rivoluzione della longevità: come cambia l’economia e perché serve pianificare il futuro
Viviamo in un’epoca in cui la longevità è la nuova rivoluzione silenziosa. L’aspettativa di vita si allunga, i tassi di natalità calano e l’Italia è uno dei Paesi più esposti a questo cambiamento demografico. Miriam De Filippi, giornalista di Donna Moderna e coautrice con Maurizio De Palma del libro La rivoluzione della longevità (Il Sole 24 Ore), lo definisce senza mezzi termini uno tsunami economico e sociale.
Ma cosa significa davvero “rivoluzione della longevità” e quali sono gli impatti concreti per imprese, lavoratori e giovani?
Longevità: opportunità o minaccia?
Secondo De Filippi, non si tratta solo di vivere più a lungo, ma di vivere meglio e più a lungo. Oggi però i dati mostrano che spesso gli ultimi anni di vita sono segnati da malattie croniche e scarsa qualità di vita. La vera sfida è trasformare gli anni guadagnati in anni di benessere.
Questa rivoluzione tocca tutti:
Le imprese, che devono imparare a gestire una forza lavoro multigenerazionale.
Gli over 50, che rappresentano una quota crescente dell’occupazione.
I giovani, che devono prepararsi fin da subito a un futuro diverso, con pensioni più leggere e maggiore responsabilità individuale nella pianificazione economica.
Il mondo del lavoro cambia: employability e nuove competenze
Uno dei temi centrali è l’employability, cioè la capacità di restare occupabili lungo l’intero arco della vita.
Le aziende devono investire nella formazione continua, non solo sui giovani ma anche sugli over 50 (oggi solo il 25% di loro riceve formazione aziendale).
I lavoratori devono sviluppare competenze trasversali e flessibilità per adattarsi a un mercato reso instabile dall’intelligenza artificiale, dalla digitalizzazione e dalle crisi globali.
Le generazioni devono dialogare: non più giovani vs anziani, ma team intergenerazionali capaci di innovare.
Pianificazione finanziaria: un’urgenza per tutti
Se in passato “ci pensava lo Stato” con pensioni più generose e percorsi lineari (studio, lavoro, pensione), oggi la situazione è diversa.
Il breve-termismo culturale ci spinge a pensare al presente, ma il futuro richiede:
Accantonamenti e investimenti precoci per sfruttare l’interesse composto.
Consapevolezza che il tasso di sostituzione delle pensioni pubbliche calerà.
Un supporto sempre più centrale dei consulenti finanziari, che diventano guide strategiche in un contesto complesso.
Un’opportunità per imprese e società
La longevity economy è anche un’opportunità di business: il target over 50 e over 60 diventerà il principale consumatore di prodotti e servizi.
Le aziende che sapranno adattarsi avranno un doppio vantaggio:
Interno, valorizzando e formando i propri dipendenti di tutte le età.
Esterno, offrendo soluzioni mirate a una popolazione che vivrà più a lungo, avrà esigenze sanitarie diverse e nuove abitudini di consumo.
Conclusione
La longevità non è una questione solo per “anziani”: riguarda tutti, dai ventenni che devono iniziare a pianificare oggi, alle aziende che devono rivedere i propri modelli organizzativi, fino ai consulenti finanziari che hanno la responsabilità di guidare questa transizione.
È una rivoluzione culturale, economica e sociale. E come ogni rivoluzione, richiede preparazione, visione e coraggio.
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