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Longevity e nuove generazioni: le sfide intergenerazionali per i giovani nel lavoro e nella società

La longevità non è più un tema astratto, ma una realtà che ridisegna bisogni, abitudini e priorità delle nuove generazioni.


Se fino a pochi decenni fa la vita media si fermava prima degli 80 anni, oggi i giovani devono prepararsi a vivere molto più a lungo — e non sempre in piena salute. Questo cambiamento epocale impone di ripensare modelli sociali, abitativi, sanitari, finanziari e persino culturali.


Longevity: cosa significa per i giovani di oggi

I ragazzi e le ragazze di oggi non potranno immaginare il proprio futuro semplicemente guardando alle generazioni precedenti. Le esigenze saranno diverse:

  • abitazioni più flessibili e inclusive, adatte a una popolazione più longeva;

  • sanità sempre più centrale, con la necessità di coprire spese crescenti in età avanzata;

  • trasporti e mobilità ripensati in chiave di accessibilità e sostenibilità.


Il vero punto critico è che, pur vivendo più a lungo, non sempre vivremo in salute. Per questo diventa indispensabile pianificare da giovani, accumulando risorse economiche e costruendo soluzioni previdenziali mirate.


Il nodo intergenerazionale: dialogo o conflitto?

Un rischio concreto è la contrapposizione tra generazioni. Troppo spesso la narrazione divide “giovani” e “anziani”, come se vivessero mondi separati. In realtà, il futuro richiede dialogo intergenerazionale: non solo nelle famiglie, ma soprattutto nelle aziende, vere micro-società capaci di influenzare il benessere delle comunità.


In quest’ottica, la chiave è integrare valori e linguaggi differenti, evitando stereotipi e costruendo un lessico comune della longevità.


Il ruolo delle aziende: welfare e flexible benefits

Le imprese hanno oggi un ruolo cruciale. Non basta più un pacchetto standard di welfare aziendale: occorrono benefit personalizzati e flessibili, capaci di adattarsi alle diverse fasi della vita.I due pilastri imprescindibili sono:

  • finanza personale: supporto concreto alla pianificazione economica di lungo periodo, magari attraverso consulenti preparati e indipendenti;

  • salute: prevenzione, copertura sanitaria e programmi di benessere che accompagnino i dipendenti durante tutto l’arco della loro vita lavorativa.


Il welfare non è più un “bonus”, ma una leva strategica per aumentare produttività, serenità e coesione aziendale.


Salute e prevenzione: vivere più a lungo, ma meglio

L’Italia è tra i Paesi con la maggiore aspettativa di vita al mondo, soprattutto per le donne (oltre 85 anni). Tuttavia, gran parte di questi anni in più viene vissuta con patologie croniche invalidanti.


Ecco perché la prevenzione diventa un investimento, non un costo. Non solo per garantire continuità lavorativa, ma anche per vivere bene e mantenere relazioni sociali attive, fattore riconosciuto come essenziale da neurologi e psicologi.


Conclusioni: costruire il futuro della longevity

La longevità è già qui e non possiamo limitarci a subirla. Serve una visione condivisa tra individui, aziende e istituzioni:

  • i giovani devono imparare a pianificare fin da subito;

  • le aziende devono diventare incubatori di benessere e flessibilità;

  • la società deve integrare salute, finanza e socialità in un modello sostenibile.


Solo così la “rivoluzione della longevity” potrà trasformarsi da sfida a opportunità.


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