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Il coraggio di investire nel futuro: come aiutare la nostra mente a pensare alla previdenza

Viviamo nel “capitalismo della dopamina”: tutto e subito. Come aiutare il cervello umano a pianificare il futuro.



Viviamo in un’epoca in cui la parola futuro è diventata quasi astratta. Sappiamo che dovremmo pensarci, risparmiare, pianificare, ma finiamo spesso per rimandare. Perché? Perché il nostro cervello — e non il mercato — è il principale ostacolo alla previdenza e alla lungimiranza economica.


È da questa riflessione che parte la nuova intervista di Finance TV – Le Voci dell’Economia, condotta da Jonathan Figoli, con Matteo Motterlini, professore di filosofia della scienza all’Università Vita-Salute San Raffaele e uno dei maggiori esperti italiani di scienze comportamentali.


Nel suo ultimo libro, Scongeliamo i cervelli, non i ghiacciai, Motterlini amplia il campo d’indagine: dal cambiamento climatico alla finanza personale, mostrando come i nostri limiti cognitivi influenzino ogni scelta, anche economica.

“Viviamo in un’epoca in cui il cervello non è più allenato al lungo periodo,” spiega Motterlini. “Sappiamo di doverci prendere cura del futuro, ma la nostra mente è progettata per il qui e ora.”

Lo sconto intertemporale: il cervello che sceglie il presente

Uno degli esperimenti più noti della psicologia economica parte da una domanda semplice: preferiresti ricevere 1000 euro oggi o 1100 tra una settimana? La maggior parte delle persone sceglie la prima opzione.

Eppure, se la stessa domanda viene posta spostando tutto nel tempo (“1000 euro tra un anno o 1100 tra un anno e una settimana?”), la maggior parte è disposta ad aspettare. Questo fenomeno, noto come sconto intertemporale iperbolico, mostra che attribuiamo troppo valore al presente e troppo poco al futuro.

“Preferiamo un Big Mac oggi alle arterie pulite tra trent’anni,” ironizza Motterlini. “E questo spiega perché non solo mangiamo male o spendiamo troppo, ma perché non pensiamo alla pensione, alla sostenibilità o al pianeta.”

La nostra corteccia prefrontale – la parte più evoluta del cervello, quella della razionalità e della pianificazione – è spesso messa a tacere da sistemi emotivi più primitivi, che cercano gratificazione immediata. È una tensione costante tra il “rettile” e l’“investitore” che convivono dentro di noi.


Il capitalismo dopaminergico: la gratificazione come modello economico

Motterlini definisce la nostra epoca come “capitalismo dopaminergico”: un sistema che prospera alimentando il bisogno di stimoli immediati. Social network, e-commerce, trading online e persino la politica funzionano secondo lo stesso schema: ogni notifica, ogni like, ogni click rilascia una piccola dose di dopamina, rinforzando comportamenti impulsivi.

“Il mercato ci ruba attenzione e ci restituisce dopamina digitale 24 ore su 24,” spiega il professore. “Viviamo più a lungo, ma pensiamo sempre più a breve.”

Questo modello di gratificazione continua indebolisce la capacità di pianificare, di risparmiare, di costruire strategie previdenziali. In un certo senso, il capitalismo contemporaneo ha colonizzato il nostro cervello, rendendo il futuro un concetto sfocato, sempre rinviato.


Previdenza e psicologia del tempo

La finanza comportamentale ha dimostrato che le persone non sono irrazionali perché ignoranti, ma perché il loro cervello valuta male il tempo. Nel contesto previdenziale, questo significa che anche individui consapevoli e informati rimandano decisioni cruciali – come l’attivazione di un piano pensionistico o la costruzione di un portafoglio a lungo termine – semplicemente perché il beneficio appare troppo lontano.


Motterlini invita a riconoscere questa distorsione per “riprendere possesso del pensiero a lungo termine”, sia come cittadini sia come investitori. Le stesse dinamiche che rendono difficile smettere di scorrere un feed social o di acquistare online “per noia” sono le stesse che ci impediscono di pensare alla pensione o alla sostenibilità del pianeta.


Politica, economia e la miopia del consenso

Il problema non riguarda solo i singoli, ma l’intera struttura del potere decisionale contemporaneo.

“I politici guardano al consenso del prossimo post o delle prossime elezioni,” osserva Motterlini. “Gli amministratori delegati alle trimestrali. Chi dovrebbe votare per il futuro del pianeta, cioè le prossime generazioni, non ha voce.”

Questa logica del breve periodo è il filo rosso che unisce la crisi climatica, quella economica e quella previdenziale. Ogni sistema, pubblico o privato, appare intrappolato nel presente, incapace di costruire una visione di lungo periodo.


Come allenare la mente al futuro

C’è però una via d’uscita: educare la mente a pensare in termini di tempi lunghi, sia individualmente che collettivamente. Significa reintrodurre la logica della pazienza e della pianificazione in un mondo di stimoli immediati. Motterlini propone di lavorare su tre livelli:

  1. Consapevolezza cognitiva – Riconoscere le trappole del cervello e le dinamiche di gratificazione immediata.

  2. Educazione finanziaria e previdenziale – Tradurre la conoscenza in comportamenti concreti, automatizzando le scelte virtuose.

  3. Visione sistemica – Uscire dalla logica del breve periodo e costruire politiche e strategie economiche sostenibili nel tempo.

“Il problema non è solo ecologico o finanziario,” conclude Motterlini, “è cognitivo. Se non cambiamo il modo in cui pensiamo, nessun sistema potrà salvarci.”


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Puoi acquistare il libro a questo link



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