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Oro, materie prime e geopolitica: la nuova guerra fredda tra USA e Cina

L’oro torna protagonista nei mercati globali. Qual è il ruolo di Cina, USA e banche centrali nel nuovo equilibrio geopolitico.



Oro: il rifugio che torna al centro del sistema

Negli ultimi mesi, il prezzo dell’oro ha registrato un andamento sorprendentemente rialzista. Secondo Maurizio Mazziero, questa tendenza è direttamente connessa all’incertezza geopolitica globale: conflitti, dazi, politiche economiche instabili e la crescente sfiducia nei confronti del dollaro come valuta di riferimento.


Le banche centrali stanno progressivamente aumentando le riserve auree, privilegiando l’oro come strumento difensivo. Questa corsa all’oro è la risposta a un contesto in cui anche gli Stati Uniti, tradizionalmente percepiti come porto sicuro, mostrano segni di vulnerabilità a causa di un debito pubblico record e politiche commerciali oscillanti.


Geopolitica del metallo giallo: USA vs Cina

Dietro all’impennata dell’oro si nasconde un fenomeno più ampio: la nuova guerra fredda economica tra Stati Uniti e Cina. Due potenze che non competono solo sul piano militare, ma sull’influenza politica, tecnologica e finanziaria.


Mazziero spiega come la Cina stia costruendo una propria sfera d’influenza, promuovendo cooperazioni economiche con Russia, India e diversi Paesi del cosiddetto Sud globale. Un esempio recente è l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), che riunisce nazioni rappresentanti il 42% della popolazione mondiale e il 27% del PIL globale. L’obiettivo dichiarato: creare un nuovo ordine mondiale multipolare, alternativo alla leadership statunitense.


Verso un sistema monetario alternativo: dal dollaro all’oro

Uno dei punti chiave del nuovo disegno economico è l’affrancamento dal dollaro. Secondo Mazziero, i Paesi emergenti stanno studiando una valuta di riferimento condivisa, basata su un paniere di monete e garantita dalle riserve auree.


L’oro, quindi, diventa la base di fiducia del commercio internazionale in un sistema che non può fondarsi solo sullo yuan cinese. Questo processo, sebbene graduale, alimenta la domanda di metalli preziosi e contribuisce a mantenere quotazioni dell’oro, dell’argento e del platino su livelli elevati.


Un fenomeno di lungo periodo

Nonostante possibili correzioni di breve termine, Mazziero sottolinea che la tendenza di fondo è destinata a durare nel tempo. La costruzione di un nuovo equilibrio geopolitico, fondato su oro e materie prime strategiche, influenzerà profondamente i mercati globali nei prossimi decenni.

Come afferma l’esperto, «non è un semplice ciclo economico, ma una trasformazione strutturale che ridefinirà il potere economico mondiale».


Conclusione

Il ritorno dell’oro come valuta di fiducia e strumento di potere riflette un mondo sempre più frammentato, in cui finanza e geopolitica sono inscindibili. La sfida tra Stati Uniti e Cina non riguarda solo l’egemonia tecnologica o militare, ma il controllo del valore stesso.



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