
Il cortocircuito della società odierna: benessere o produttività?
Con Giulio Gambino parliamo del libro Conversazioni sul Futuro, scritto insieme a Domenico De Masi. Come cambierà la sociologia?
L’attuale modello economico e le sfide future
Nel contesto attuale, la società sembra ancora legata a un modello economico dominato dal breve termine, con una continua attenzione a indicatori quantitativi come il fatturato, la competitività e la velocità di produzione. Il concetto di prodotto interno lordo (PIL) rimane al centro del dibattito, ma manca un focus altrettanto rilevante sulla qualità della vita e sul benessere collettivo.
Nonostante l'evoluzione tecnologica e le modifiche ai sistemi di lavoro, l'equilibrio tra vita lavorativa e vita privata è spesso sacrificato, a scapito della felicità individuale e del benessere sociale. Giulio Gambino ci invita a riflettere sulla domanda: perché la società fatica a immaginare un futuro dove il benessere collettivo prevalga sulla mera produzione economica?
Il pensiero di Domenico De Masi e la critica al modello attuale
Domenico De Masi, nel suo lavoro, ha sempre sottolineato l'importanza di un nuovo approccio al lavoro e alla società. Piuttosto che criticare il lavoro o le imprese, De Masi ha evidenziato le contraddizioni di un sistema che pone al centro valori quantitativi (come la produttività e il denaro) piuttosto che qualitativi (come il benessere e la crescita umana). Gambino spiega che il sociologo non era contro il lavoro o le imprese, ma piuttosto cercava di evidenziare i limiti di un modello che non favorisce un miglioramento sostanziale della qualità della vita.
Nel libro Conversazioni sul Futuro, De Masi e Gambino esplorano la possibilità di superare il sistema che promuove la competitività senza considerare il benessere umano. L'obiettivo non è solo una critica fine a se stessa, ma un tentativo di proporre un modello alternativo che valorizzi l'uomo come essere pensante, creativo e non solo come produttore.
Il concetto di "Ozio Creativo" e la società dell'era creativa
Uno degli aspetti più affascinanti del pensiero di De Masi è il concetto di ozio creativo, che sfida il paradigma attuale del "lavorare di più per avere di più". L'ozio creativo non è la semplice assenza di lavoro, ma un periodo di riflessione, di sviluppo della creatività e di crescita personale. In questo modo, la società non solo produce beni e servizi, ma promuove anche la crescita individuale e il benessere collettivo.
Secondo De Masi, la società dell'era creativa è quella che valorizza il tempo libero come momento di sviluppo delle potenzialità umane, un'opportunità per migliorare la qualità della vita, sia personale che collettiva. È un cambio di paradigma che non porta con sé la semplice eliminazione della produttività, ma cerca di bilanciare l'efficienza con il miglioramento della qualità della vita.
La Cina: un esempio di speranza o una lezione di competizione?
Nel libro, una delle risposte più significative che De Masi dà alla domanda su quale sia la società che più di ogni altra vive con speranza riguardo al futuro è la Cina. Questo non significa che la Cina rappresenti il modello ideale, ma che è una nazione che, pur con le sue contraddizioni, ha una visione forte e chiara di sé nel contesto globale. Gambino sottolinea che la Cina, pur non essendo un esempio di felicità universale, offre uno spunto di riflessione: un modello che non si limita alla crisi interiore e al cortocircuito esistenziale, ma è orientato a un futuro di speranza, a dispetto delle difficoltà.
Il ruolo delle imprese nel cambiamento
Le imprese, che troppo spesso vengono dipinte come il cuore di un sistema economico alienante, sono in realtà attori essenziali nel processo di cambiamento. De Masi ha sempre sottolineato che le imprese non sono nemiche del benessere umano, ma partecipano a un sistema che deve evolversi. Le imprese sostenibili, quelle che non perseguono solo il profitto, ma anche la qualità della vita dei propri dipendenti e dell'ambiente circostante, possono essere parte integrante di un cambiamento positivo.
In conclusione, il vero cambiamento non può essere solo un’azione da parte delle imprese, ma deve coinvolgere l’intera società. Le dinamiche economiche devono evolvere verso un modello che non valorizzi solo i numeri, ma che consideri l’uomo, la sua creatività e il suo benessere come fulcro della società del futuro.
Conclusioni
L'invito che emerge dal libro Conversazioni sul Futuro è quello di pensare oltre il modello attuale, di costruire un sistema che metta al centro l'uomo e la sua crescita, piuttosto che l'ossessione per il profitto e la competitività. Solo così possiamo sperare in un futuro più giusto, più felice e più sostenibile, dove le persone non siano più schiave di un sistema che le riduce a numeri, ma possano finalmente vivere secondo il loro potenziale massimo.
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