
Qualità della vita: la longevità consapevole e la doppia fragilità femminile
Cosa significa davvero parlare di longevità oggi? Ne parliamo con Filomena Maggino
Non si tratta solo di contare gli anni che viviamo, ma di capire come viviamo e se il nostro sistema sociale, sanitario ed economico è pronto a garantire benessere lungo tutto l’arco della vita. Su questo tema si è confrontata con FinanceTV – Le Voci dell’Economia la prof.ssa Filomena Maggino, docente di Statistica Sociale all’Università La Sapienza di Roma e già presidente della Cabina di Regia “Benessere Italia” a Palazzo Chigi.
L’Italia, Paese longevo ma diseguale
L’Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo: un neonato italiano ha oggi un’aspettativa di vita tra le più alte in assoluto. Ma dietro questo dato si nasconde una verità più complessa: non basta vivere più a lungo, bisogna vivere bene.
Un indicatore chiave per comprendere questo divario è la speranza di vita in buona salute: quanti anni, dalla nascita, si vivono senza malattie croniche gravi. In questo indicatore l’Italia non eccelle, e le disuguaglianze emergono con forza. Le donne, ad esempio, pur vivendo più a lungo, si ammalano prima rispetto agli uomini e affrontano un carico sanitario e familiare spesso maggiore, con minori tutele economiche.
I rischi di una pianificazione assente
Come spiegato dalla professoressa Maggino, il nostro Paese fatica a progettare il futuro, troppo ancorato a una cultura dell’“eterno presente” e dell’attesa dell’intervento dello Stato. Ma in un contesto segnato dal calo demografico, da un sistema previdenziale sempre più fragile e da carenze sanitarie strutturali, la pianificazione individuale diventa imprescindibile.
Investire nella previdenza complementare, adottare stili di vita sani, valorizzare la rete sociale e comunitaria: sono tutti strumenti chiave per affrontare con consapevolezza la longevità.
Donne e longevità: una sfida nella sfida
Uno dei passaggi più significativi dell’intervista riguarda il rapporto tra donne e benessere futuro. La prof.ssa Maggino ha evidenziato come le donne siano penalizzate da un sistema lavorativo e previdenziale che non riconosce sufficientemente il valore sociale della maternità e della cura. Part-time, carriere interrotte, contributi previdenziali discontinui: sono tutte fragilità che, senza una strategia adeguata, rischiano di trasformarsi in povertà femminile da anziane.
Serve una cultura del rispetto, ha sottolineato l’intervistata, che non significa solo parità salariale o diritti, ma valorizzazione delle specificità e delle funzioni sociali delle donne nella società.
Indicatori di benessere: serve una lettura sistemica
Per costruire politiche efficaci serve una visione integrata e disaggregata del benessere. I dati devono essere letti per genere, per età, per territorio, per cogliere le reali disuguaglianze e agire in modo mirato. Come nel caso della speranza di vita: se in alcune regioni del Nord si vive più a lungo, in altre regioni – magari meno sviluppate economicamente – si vive meglio in termini di salute.
Guardare solo alla quantità di anni vissuti non basta. Occorre capire la qualità di quegli anni.
Conclusione: il futuro è nelle nostre scelte
Il messaggio più forte emerso dall’intervista è chiaro: il futuro non è uno solo, ma tanti quanti sono i percorsi che scegliamo oggi. Vivere bene più a lungo è una sfida collettiva, che richiede politiche lungimiranti, una cultura della pianificazione e una nuova consapevolezza individuale.
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