Salute, come innovare ed efficientare il sistema?
Luca Foresti discute le sfide e le soluzioni per un sistema sanitario nazionale più efficiente e tecnologicamente avanzato.
Di cosa si parla?
Il sistema sanitario nazionale italiano (SSN) si trova di fronte a un periodo cruciale di trasformazione. L’innovazione e l’efficienza sono al centro del dibattito, poiché la spesa sanitaria rappresenta una parte significativa del debito pubblico. La popolazione italiana può contare su un sistema sanitario gratuito, ma con l’allungamento della vita media, le esigenze del servizio sanitario cresceranno inevitabilmente. In questa nuova intervista affrontiamo l’argomento insieme a Luca Foresti, imprenditore e investitore in ambito sanitario, che torna a parlare di sanità grazie alla sua vasta esperienza nel settore.
Il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) in Italia è finanziato principalmente dalle tasse dei cittadini e con un investimento di circa 134 miliardi di euro da parte del SSN e 45 miliardi spesi privatamente, si colloca nella fascia bassa di spesa sanitaria rispetto ad altri paesi europei. La spesa sanitaria totale in Italia si attesta tra l’8,5% e il 9% del PIL, contro il 12% di Francia e Germania e il 17-18% degli Stati Uniti.
Un problema critico è la gestione delle risorse umane: la programmazione dei posti nelle facoltà di medicina e nelle specializzazioni è stata inadeguata, portando a una carenza di medici. Negli anni passati, le politiche hanno oscillato tra un eccesso e una carenza di medici in formazione, creando squilibri nel sistema. La soluzione proposta è di migliorare i meccanismi di ingresso nelle specializzazioni, collegandoli strettamente alle esigenze degli ospedali.
Il vero problema non è dunque la mancanza di fondi, ma piuttosto la necessità di un nuovo approccio e di una migliore coordinazione tra le varie componenti del sistema. L’Italia deve ripensare il proprio sistema sanitario per affrontare le sfide moderne, come l’evoluzione demografica e i progressi tecnologici in campo medico. L’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale (AI) stanno trasformando profondamente il settore sanitario, offrendo strumenti avanzati per migliorare la diagnosi precoce e la gestione delle malattie.
Tradizionalmente, il medico operava con strumenti limitati e in un contesto relativamente isolato, oggi l’assistenza sanitaria dovrebbe essere supportata da sistemi di AI e tecnologie informatiche che assistono nel processo decisionale. Strumenti diagnostici avanzati, come ecografie e sistemi di diagnostica pesante, stanno rivoluzionando il modo in cui i medici prendono in carico i pazienti, consentendo diagnosi più rapide e precise e migliorando la qualità delle cure.
Affinché la tecnologia possa essere efficacemente integrata nella pratica medica, è necessario ridefinire gli incentivi e la struttura contrattuale del sistema sanitario. Attualmente, i medici di base operano come liberi professionisti, contrattualizzati dallo Stato e responsabili degli investimenti nel proprio studio. Questo modello rende difficile per i medici singoli investire in tecnologie avanzate.
Il sistema sanitario italiano è un tema centrale, purtroppo e soprattutto per la sua lentezza e inefficienza percepita. Le lunghe attese per le visite mediche e l’inadeguato utilizzo dei medici di base spingono sempre più persone verso il settore privato, nonostante la presenza di un sistema pubblico costoso e complesso. In questo contesto, emergono questioni sociologiche e soluzioni innovative legate alla tecnologia e alle assicurazioni.
L’aumento della tendenza delle persone a rivolgersi a specialisti privati è evidente. La disponibilità delle persone a pagare di tasca propria per accelerare le diagnosi e i trattamenti è in crescita, dato che la salute è una priorità fondamentale. Tuttavia, la copertura assicurativa in Italia rimane limitata. Attualmente, la spesa assicurativa sanitaria è di circa 4,5 miliardi di euro, una cifra modesta rispetto ad altri paesi europei come Francia, Spagna e Inghilterra. Le assicurazioni collettive, fornite dalle aziende tramite i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, coprono circa 15-16 milioni di persone, ma con un valore medio di copertura molto basso (circa 100-200 euro all’anno) che non è sufficiente per offrire un servizio di qualità elevata. Inoltre, le assicurazioni non hanno un grande interesse a rendere i loro servizi più efficienti, poiché ciò comporterebbe un maggiore utilizzo delle polizze e, di conseguenza, maggiori costi per loro.
Questo scenario rappresenta un fallimento di mercato, dove la regolamentazione pubblica dovrebbe intervenire con decisione. È necessario definire forme obbligatorie di scambio dati digitali per migliorare l’efficienza delle assicurazioni sanitarie e ogni contratto di lavoro dovrebbe includere una copertura assicurativa sanitaria minima, definita dallo Stato. Questa misura aumenterebbe inevitabilmente i costi per le aziende, ma in un contesto di sottofinanziamento del sistema sanitario, sarebbe una soluzione sensata e benefica per la società nel lungo termine.
L’educazione finanziaria e sanitaria è fondamentale per migliorare la comprensione delle opzioni disponibili e ridurre la pressione sul sistema sanitario pubblico. Iniziative educative possono aiutare i cittadini a prendere decisioni più informate, promuovendo una cultura della prevenzione e della cura consapevole.
In conclusione, Luca Foresti evidenzia l’urgenza di ripensare il sistema sanitario nazionale italiano alla luce delle nuove tecnologie e delle esigenze demografiche. La collaborazione tra settore pubblico e privato, insieme a un’adeguata educazione finanziaria e sanitaria, è essenziale per costruire un SSN più efficiente e sostenibile. Solo attraverso una riforma strutturale e un approccio integrato possiamo garantire un futuro migliore per la sanità italiana. Per un maggiore approfondimento guarda a questo link l’intervista a Luca Foresti sul tema dell’invecchiamento demografico e le sue sfide.
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