ripensare il welfare: sinergie, partecipazione e prossimita’
Insieme a Michele Buonerba, un’analisi approfondita delle dinamiche sociali e economiche che stanno plasmando il contesto attuale
Di cosa si parla?
L’ultimo decennio è al centro di un cambiamento epocale: il crollo demografico iniziato negli anni ’80 ed accentuatosi recentemente, insieme ai cambiamenti culturali e sociali che hanno posticipato l’ingresso nel mondo del lavoro delle categorie più giovani, e la fuga di figure professionali altamente qualificate verso altri Paesi che garantiscono redditi più alti, stanno mettendo in discussione la sostenibilità del welfare pubblico.
In questa intervista a Michele Buonerba, Presidente di Laborfonds, prendiamo in esame le dinamiche relative all’assistenza e al benessere sociale che stanno plasmando il contesto attuale e che sempre più impatteranno il mondo del welfare nei prossimi anni.
L’ elevato debito pubblico e la parte significativa di contribuenti con redditi bassi, stanno mettendo in crisi il sistema del welfare pubblico e imponendo la necessità di considerare soluzioni alternative e integrate per garantire il benessere delle persone: in tal senso, un welfare integrativo che includa aspetti come la formazione continua, adeguati ammortizzatori sociali e il welfare aziendale possono contribuire a colmare questo gap.
Il passaggio da un sistema di welfare verticale nazionale a un sistema orizzontale territoriale, che coinvolga le aziende, specialmente quelle più piccole, potrebbe essere la strada per implementare nuove soluzioni efficaci. Le aziende, inoltre, rappresentano un player di assoluto rilievo nel sensibilizzare i dipendenti sull’importanza di investire nella previdenza per garantire un futuro finanziariamente stabile.
Anche i fondi pensione, superati alcuni scogli normativi, potrebbero avere un maggiore impatto nella crescita economica, facendo leva sia sul loro grande potenziale di investimento nell’economia reale, che nel supporto e finanziamento di progetti di sviluppo a lungo termine, come la formazione continua.
Il tema formativo è inoltre particolarmente sentito, soprattutto in questo particolare momento storico in cui si verifica un vero e proprio mismatch tra le competenze richieste dal mercato e le competenze dei lavoratori: circa il 48% dei posti di lavoro offerti non incrocia la domanda di lavoro, proprio a causa della mancanza di skills adeguate. Ma non solo: in Italia la formazione ai dipendenti non è ancora percepita come un’opportunità per accrescere le competenze e adeguarsi al mercato e, solo meno del 10% dei dipendenti svolge un corso di formazione l’anno.
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