Rinviato l’Euro digitale, se ne parla dopo le elezioni europee
Rimandata la discussione sulla moneta digitale, due le direzioni possibili nella prossima legislatura
Di cosa si parla?
La discussione sull’euro digitale è slittata e verrà ripresa dalla Commissione Econ, la commissione permanente del Parlamento Europeo istituita per risolvere problemi economici e monetari, solo dopo le elezioni europee che, in Italia, si terranno l’8 e 9 giugno. La proposta formulata dal relatore Stefan Berger il 9 febbraio non ha trovato l’intesa necessaria per poter approdare alla plenaria della prossima settimana, l’ultima prima delle elezioni. Il testo presentato da Berger risultava divisivo su più fronti, ma il principale nodo riguardava la potenziale centralità affidata agli istituti di credito nel progetto dell’ euro digitale, relegando la BCE a margine, mirando a trasferire alle banche la responsabilità di stabilire limiti, commissioni e criteri di utilizzo, sottraendo questo compito alla BCE.
Cos’è l’euro digitale?
L’ euro digitale, come annunciato dalla BCE, si appresta ad essere un mezzo di pagamento elettronico accessibile gratuitamente a tutti: uno strumento sicuro e privato, da poter utilizzare in qualsiasi Paese dell’area dell’euro. In una società sempre più digitalizzata, un euro digitale rappresenterebbe un’evoluzione naturale della moneta unica: le somme accumulate in euro digitale verrebbero conservate in un portafoglio elettronico, da richiedere presso la propria banca o un intermediario pubblico. Esso consentirebbe di effettuare pagamenti elettronici comuni in vari contesti, quali negozi fisici o online, oppure effettuare trasferimenti di denaro ad amici, sia tramite telefono che carta, sia online che offline.
L’ euro digitale affiancherebbe il contante, senza sostituirlo e risponderebbe alla crescente preferenza dei cittadini per strumenti di pagamento digitali rapidi e sicuri. Il contante continuerebbe a essere disponibile nell’area dell’euro, come gli altri mezzi di pagamento elettronici privati attualmente in uso.
L’euro digitale si potrà ricondurre alle stablecoin o alle criptovalute? La differenza tra l’euro digitale e le altre due valute risiede nel fatto che mentre la stabilità e l’affidabilità delle stablecoin dipendono dal soggetto che le emette, così come dalla credibilità e dall’applicabilità dell’impegno di mantenere il valore della moneta nel tempo e gli emittenti privati possono utilizzare i dati personali a fini commerciali, un euro digitale sarebbe moneta della banca centrale, cioè garantita dalla banca centrale e concepita per soddisfare le esigenze degli utilizzatori: come tale, sarebbe privo di rischi e rispetterebbe la privacy e la protezione dei dati. Le banche centrali, inoltre, hanno il mandato di preservare il valore della moneta, indipendentemente dalla sua forma, fisica o digitale. L’euro digitale non potrebbe essere equiparato neppure alla cripto-attività, perché in questo caso non vi è un soggetto individuabile su cui ricade la responsabilità e quindi non è possibile far valere alcuna rivendicazione in merito.
Per la realizzazione di un euro digitale l’Eurosistema sta sperimentando diverse tecnologie, sia accentrate che decentrate, compresa la distributed ledger technology: il rinvio della discussione rimanda così anche la decisione della tecnologia applicabile.
Perché un euro digitale?
Un euro digitale renderebbe disponibile la moneta pubblica per i pagamenti digitali: si utilizzerebbe a titolo gratuito, ovunque e ogniqualvolta ce ne fosse bisogno. L’euro digitale diventerebbe uno strumento importante per rafforzare l’autonomia strategica e la sovranità monetaria dell’area dell’euro, accrescendo l’efficienza dell’intero ecosistema dei pagamenti europeo, promuovendo l’innovazione e potenziando la resilienza a eventuali attacchi cibernetici o problemi tecnici, come blackout.
L’introduzione dell’euro digitale risponde alla crescente richiesta di transazioni elettroniche sicure, poiché i cittadini dell’Unione Europea stanno gradualmente diminuendo l’uso del contante. La Banca Centrale Europea ha identificato questa necessità nel 2021, spingendo l’istituto presieduto da Christine Lagarde a avviare un’indagine sulla fattibilità di una valuta digitale emessa direttamente dalla banca centrale e destinata all’uso da parte dei consumatori e delle imprese: il processo è stato completato il 18 ottobre 2023, quando la BCE ha deciso di procedere con la fase successiva, quella nella quale si è fermi attualmente: la preparazione. Questa fase è finalizzata allo sviluppo e alle sperimentazioni della valuta digitale sulla base dei risultati della fase istruttoria.
Quali i prossimi passi?
La nuova Econ che verrà istituita a seguito delle elezioni di giugno si troverà di fronte ad un bivio, partire da zero o continuare il lavoro avviato dai predecessori? Nel Parlamento Europeo, non vi è una netta interruzione normativa tra le legislature, quindi il lavoro passato non è destinato a essere vanificato anche con il cambio dei membri del Parlamento, tuttavia, è evidente che la maggior parte dell’azione si concentrerà nella nuova legislatura.
Il progetto è ora nelle mani di Pietro Cipollone, membro italiano del comitato esecutivo, il quale ha sottolineato che le qualità dell’euro digitale sono tali da garantire che non abbia un impatto sostanziale o dannoso sulla stabilità finanziaria e che, dopo un’approfondita discussione sui rischi, è giunto il momento di concentrarsi sui vantaggi e sulle opportunità commerciali innovative della Central Bank Digital Currency.
È inoltre importante ricordare il ruolo fondamentale svolto dai governi dei 27 Stati membri, che sembrano sempre più convinti dell’importanza della nuova valuta europea.
La transizione digitale nel settore finanziario
Il forte impulso alla transizione digitale nel settore finanziario sta vivendo una battuta d’arresto? In realtà la digitalizzazione del settore finanziario sta correndo a ritmi vertiginosi ed il fintech vive una crescita senza precedenti: l’applicazione di tecnologie avanzate nei servizi finanziari ha rivoluzionato molti aspetti delle transazioni, portando a una maggiore efficienza, accessibilità e personalizzazione. Secondo le stime di McKinsey, i ricavi nel settore fintech aumenteranno quasi tre volte più velocemente rispetto al settore bancario tradizionale, nel periodo tra il 2022 e il 2028. Si prevede che le aziende fintech registreranno una crescita annuale dei ricavi del 15% nei prossimi 5 anni, rispetto al 6% delle banche tradizionali.
Per quanto riguarda la moneta europea digitale, l’euro digitale, al momento bisogna accontentarsi di una pausa di riflessione, con la speranza che con la nuova legislatura vi sia un nuovo slancio e la fase di preparazione possa procedere. Ma, per il momento, la seduta è tolta.
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