Rapporto Bes 2023: migliora il benessere dell’Italia, ma non ambiente e sicurezza.
L’analisi dell’Istat rivela miglioramenti economici e persistente diseguaglianza, con l’Italia che lotta per uscire dalla crisi post-Covid.
Di cosa si parla?
Il rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) realizzato dall’Istat offre uno sguardo dettagliato sulla situazione attuale dell’Italia, rivelando segnali di lieve ripresa economica e una lenta attenuazione delle disuguaglianze sociali. Dopo la crisi economica collettiva innescata dall’inflazione, il Paese sta lentamente uscendo dal tunnel, con i redditi in leggera ripresa e la speranza di vita che torna ai livelli pre-Covid. Questa fotografia dell’Italia riflette un’impressione di fatica, ma anche di resilienza: si lavora di più e si inizia a recuperare un po’ di fiducia nel futuro. Il rapporto, che analizza 152 indicatori distribuiti in 12 ambiti, funge da cartina di tornasole dello stile di vita degli italiani, offrendo un quadro completo e dettagliato della situazione attuale del Paese.
Che cosa è il Bes e come funziona?
Il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) rappresenta un’iniziativa annuale che posiziona l’Italia come leader nel campo dello sviluppo di indicatori che vanno oltre il tradizionale Prodotto Interno Lordo (PIL) per valutare lo stato di salute complessivo del Paese.
Questo rapporto non è solo un documento editoriale, ma anche un processo di ricerca che si basa sulla complessità del concetto di benessere. Attraverso l’analisi di una vasta gamma di indicatori, si cerca di comprendere tutti gli aspetti che influenzano la qualità della vita dei cittadini. Strutturato in 12 capitoli, corrispondenti alle diverse dimensioni del benessere osservate, il rapporto include anche un capitolo introduttivo che sintetizza l’evoluzione recente del benessere, con particolare attenzione ai divari territoriali, alle disuguaglianze di genere e di livello di istruzione, nonché ai confronti con altri paesi europei.
Dal suo esordio fino ad oggi, tutti i rapporti forniscono un’appendice statistica completa con tutti gli indicatori e le relative disaggregazioni disponibili.
L’undicesima edizione del rapporto Bes
Il rapporto Bes, ora alla sua undicesima edizione, offre quindi un’analisi approfondita dei livelli, delle tendenze e delle disuguaglianze di benessere in 12 ambiti distinti, che includono: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione, ricerca e creatività, e qualità dei servizi. Il bilancio del 2023 presenta un quadro tutto sommato positivo: poco più della metà dei parametri confrontabili con l’anno precedente sono migliorati, il 17,8% è stabile e il 28,7% è in peggioramento. Tuttavia, si registrano delle criticità nei domini dell’Ambiente, con particolare attenzione alle problematiche legate al clima, e della Sicurezza, con un aumento della percezione della criminalità.
Nonostante una tendenza generale verso un miglioramento complessivo, l’Italia rimane indietro rispetto all’Europa, soprattutto nei confronti dei giovani. Le disuguaglianze persistono, evidenziando disparità geografiche e di genere che delineano un Paese con differenze significative in termini di velocità, ricchezza e benessere. Inoltre, il rapporto mette in luce una linea di demarcazione aggiuntiva nell’istruzione, che divide la popolazione non solo in termini di lavoro e reddito, ma anche per quanto riguarda la salute e la partecipazione sociale e culturale.
Entriamo nei dettagli
Per quanto riguarda la sicurezza, solo due indicatori soggettivi registrano miglioramenti: la percezione di sicurezza durante il cammino solitario notturno e la presenza di elementi di degrado nelle aree di residenza. Al contrario, tutti gli indicatori relativi ai reati predatori e alla percezione del rischio di criminalità locale peggiorano.
L’analisi di genere evidenzia uno svantaggio femminile in 38 degli 88 indicatori disponibili. Il divario maggiore si riscontra nella rappresentanza femminile negli organi decisionali e nei Consigli regionali. Le donne sono particolarmente svantaggiate nei settori del lavoro e della conciliazione dei tempi di vita e del Benessere economico e le donne si sentono meno sicure rispetto agli uomini nel camminare da sole di notte nella loro zona di residenza, con solo il 52,1% rispetto al 72,4% degli uomini.
Nonostante un aumento del reddito medio delle famiglie nel 2021, sia nominalmente (+3%) che in termini reali (+1%), l’indice di disuguaglianza del reddito netto è diminuito a 5,6, rispetto al 5,9 dell’anno precedente. Tuttavia, senza le misure di sostegno alle famiglie, l’indice sarebbe stato più alto, a 6,4. La percentuale di popolazione a rischio povertà è rimasta sostanzialmente stabile al 20,1% nel 2022. Tuttavia, la povertà assoluta è aumentata dal 2019 al 2023, con un picco al 9,7% nel 2022 e al 9,8% nel 2023, principalmente a causa dell’accelerazione dell’inflazione che ha colpito le famiglie meno abbienti.
Nel 2023, circa 4,5 milioni di cittadini italiani hanno rinunciato a visite mediche o accertamenti diagnostici a causa di problemi economici, liste di attesa o difficoltà di accesso, rappresentando il 7,6% della popolazione. Questo dato è in aumento rispetto al 7,0% del 2022 e al 6,3% del 2019, probabilmente a causa del recupero delle prestazioni sanitarie differite per il COVID-19 e delle difficoltà nel riorganizzare l’assistenza sanitaria. La speranza di vita nel 2023 è di 83,1 anni, in aumento rispetto al 2022 (82,3), quasi recuperando il livello del 2019 (83,2 anni). Tuttavia, la speranza di vita in buona salute nel 2023 si riduce a 59,2 anni, rispetto ai 60,1 anni del 2022, quasi ritornando al livello del 2019 (58,6 anni).
Nel settore del lavoro, il tasso di mancata partecipazione è del 14,8%, superando di quasi sei punti percentuali la media dell’UE27 (8,7%). Anche il tasso di occupazione è inferiore alla media europea di 9,1 punti percentuali, attestandosi al 75,4%. La percentuale di persone in part-time involontario è ancora alta, sebbene in diminuzione negli ultimi anni.
L’Italia si colloca al di sotto della media UE27 in tutte le misure di istruzione e formazione. Le differenze più significative riguardano la percentuale di persone di 25-34 anni con istruzione terziaria (30,6% in Italia rispetto al 43,1% nell’UE27) e la percentuale di giovani Neet (16,1% in Italia rispetto all’11,2% dell’UE27), sebbene sia diminuita rispetto al 19% precedente, rimanendo ancora elevata.
La percezione del rischio di criminalità nel 2023 evidenzia un ulteriore peggioramento rispetto all’anno precedente. La quota di famiglie che ritengono la propria zona abitativa a rischio di criminalità aumenta, arrivando al 23,3%, un incremento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2022. Con l’allentamento delle misure restrittive e il ritorno alla normalità a partire dal 2021, i reati predatori hanno registrato una leggera crescita, mantenendosi anche nel biennio 2022-2023.
Le emissioni di CO2 e altri gas climalteranti prodotte dalle attività economiche e dalle famiglie hanno continuato a crescere nel 2022, raggiungendo le 7,3 tonnellate di CO2 equivalente per abitante, con un aumento di 0,1 tonnellate rispetto all’anno precedente e raggiungendo il livello del 2019. Le temperature medie, massime e minime sono aumentate in tutto il Paese, con un numero sempre maggiore di giorni caratterizzati da caldo intenso rispetto al periodo di riferimento 1981-2010. Negli ultimi due anni, questo fenomeno è stato particolarmente accentuato, con il 2023 che ha registrato 42 giorni di caldo intenso, un aumento di 36 rispetto al valore mediano del periodo di riferimento.
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