Rapporto ASVIS e obiettivi dell’Agenda 2030, a che punto siamo?
Le strategie dell’Italia per affrontare le sfide ambientali, sociali ed economiche, tra cui la transizione verso le energie rinnovabili e la promozione del lavoro dignitoso, insieme a Luigi Di Marco
Di cosa si parla?
Nell’ambito della sostenibilità, l’Italia si trova a un punto cruciale del suo percorso. In una recente intervista su Finance Tv con Luigi di Marco, coordinatore di ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), abbiamo esaminato il rapporto del 2023, valutando i progressi e le sfide incontrate fino ad oggi.
Il rapporto ASviS del 2023 ha rivelato che, nonostante alcuni miglioramenti, l’Italia non è sulla strada giusta per raggiungere gli obiettivi dei 17 Sustainable Development Goals – SDGs (obiettivi di sviluppo sostenibile) entro il 2030. Su 17 obiettivi, sei mostrano una situazione peggiore rispetto al 2010, mentre in tre casi la situazione è rimasta stabile e in otto si sono riscontrati miglioramenti, seppur modesti. I settori in cui si evidenziano peggioramenti includono la povertà, la qualità dell’acqua e degli ecosistemi terrestri e marini, la pace, la giustizia e le istituzioni. Al contrario, vi è una sostanziale stabilità per quanto riguarda la fame, le disuguaglianze e le città sostenibili, ma questo non è sufficiente poiché gli obiettivi richiedono miglioramenti costanti.
Uno dei principali ostacoli al progresso è la mancanza di un impegno coerente e solidale da parte di tutti i settori della società italiana. La strategia nazionale di sviluppo sostenibile adottata nel 2017, che sarebbe potuta diventare un documento programmatico di guida per le politiche pubbliche, è rimasta inattuata. Si è colto in tal senso un segnale positivo con l’adozione di una nuova strategia nazionale del 18 settembre 2023: l’attuale governo dimostra così l’intenzione di proseguire nel perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e dichiara di impegnarsi, a livello nazionale e internazionale, per un’accelerazione.
Il tema delle energie rinnovabili emerge come cruciale nel contesto attuale, caratterizzato da tensioni geopolitiche e crisi energetiche. Attualmente, l’Italia dipende per oltre il 70% dalle importazioni energetiche, rendendola vulnerabile agli shock esterni e alle fluttuazioni dei prezzi del petrolio. La crisi in corso nel Mar Rosso evidenzia la necessità di ridurre questa dipendenza e investire nelle energie rinnovabili come alternativa sostenibile e resiliente. Le energie rinnovabili rappresentano una soluzione strategica per l’Italia, non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico. Attualmente, le rinnovabili costituiscono solo il 21% del mix energetico nazionale, ben al di sotto degli obiettivi europei del 2030. L’Unione Europea ha stabilito l’obiettivo ambizioso di raggiungere la decarbonizzazione entro il 2050, l’Italia ha l’opportunità di essere un leader in questo percorso, investendo massicciamente nelle energie rinnovabili e riducendo la sua dipendenza dalle importazioni energetiche.
L’accento sul lavoro dignitoso emerge come una delle principali preoccupazioni, riflettendo la sensibilità dei cittadini italiani verso la creazione di un’economia equa e sostenibile. Il goal 8 dell’Agenda 2030, che mira a promuovere il lavoro dignitoso e la crescita economica, occupa un posto di rilievo nella percezione sociale degli italiani. Il lavoro non è solo visto come un mezzo di sostentamento, ma come un elemento essenziale per la realizzazione personale e il benessere sociale. Tuttavia, l’Italia esistono sfide significative, tra cui alti tassi di disoccupazione giovanile e una bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro. La transizione verso un’economia verde offre opportunità di lavoro significative, ma richiede un’impegno politico e investimenti adeguati, un adeguamento delle competenze e una riconversione della forza lavoro per cogliere appieno queste opportunità. La bassa percentuale di laureati e la fuga di cervelli rappresentano sfide significative per l’Italia, che necessita di investimenti nell’istruzione e nella formazione per garantire una forza lavoro qualificata e competitiva. Inoltre, il declino demografico richiede politiche mirate per promuovere l’integrazione degli immigrati nel mercato del lavoro e ridurre le disuguaglianze sociali.
Per affrontare queste sfide, è essenziale adottare politiche integrate che coinvolgano attivamente le comunità locali. Le strategie di sviluppo sostenibile devono essere costruite insieme alla società civile e devono mirare a una visione a lungo termine, al di là delle scadenze elettorali.
In conclusione, l’adozione di politiche integrate, l’investimento nelle energie rinnovabili e nell’economia territoriale, insieme alla promozione del lavoro dignitoso, sono passi cruciali verso un futuro più sostenibile e equo per tutti.
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