Longevity e silver economy, quali le prossime sfide?
Esplorando strategie e progetti per una convivenza armoniosa e una società inclusiva con Elisabetta Donati
Di cosa si parla?
Nel contesto dell’invecchiamento della popolazione e dell’evoluzione economica globale, il concetto di Longevity Economy emerge come una prospettiva innovativa. In questa intervista con Elisabetta Donati, responsabile della Segreteria Scientifica della Fondazione Ravasi Garzanti, esploriamo il ruolo cruciale che le città, in particolare Milano, e le metropoli giocano nello sviluppo di strategie multidisciplinari e intergenerazionali per affrontare le sfide e sfruttare le opportunità della Longevity Economy.
È importante considerare l’invecchiamento come un’opportunità di innovazione anziché un ostacolo, ponendo l’accento su una visione inclusiva e solidale della società. Fondazione Ravasi Garzanti, una realtà filantropica impegnata nell’ottimizzazione delle condizioni di vita degli anziani, si propone di promuovere un approccio integrato all’invecchiamento, incoraggiando l’interconnessione tra generazioni e la partecipazione attiva al mercato del lavoro. Uno dei progetti più storici della fondazione è chiamato “Curami e Proteggimi”, che si propone di fornire servizi di supporto agli anziani, in collaborazione con altre organizzazioni competenti e condividendo una visione comune. Inoltre, la fondazione si impegna nell’area della ricerca, collaborando con gli atenei milanesi per approfondire le tematiche legate all’invecchiamento.
In questo contesto entra in gioco il dibattito attorno alla Silver Economy e alla Longevity Economy, che assume sempre più importanza nell’era attuale, caratterizzata da cambiamenti demografici e dall’allungamento della vita media.
La Silver Economy, inizialmente focalizzata sull’offerta di prodotti e servizi rivolti alla popolazione anziana, si è evoluta in una visione più ampia e interconnessa con la Longevity Economy. Quest’ultima, ispirata dall’approccio dell’ONU alla “Society for all Ages”, considera l’invecchiamento non come un fenomeno isolato, ma come parte integrante di una serie di fattori e variabili che caratterizzano la società nel suo complesso.
L’importanza di questo approccio globale diventa evidente anche osservando il contesto demografico di città come Milano, dove la crescita della popolazione over 65 rappresenta ormai un quarto dell’intera popolazione e influisce direttamente sull’economia e sulla qualità della vita. In questo contesto, il tema della partecipazione al mercato del lavoro gioca un ruolo fondamentale: le politiche pubbliche e private devono concentrarsi non solo sul prolungamento della vita lavorativa, ma anche sull’aumento della qualità del lavoro e sulla promozione di politiche di coordinamento tra le diverse aree di intervento.
Un’altra sfida significativa riguarda l’adattamento dei sistemi di istruzione all’idea di apprendimento lungo tutto il corso della vita. Il concetto di Life Learning diventa cruciale, soprattutto considerando la plasticità continua delle nostre esistenze; l’utilizzo della tecnologia assume un ruolo chiave, non solo come strumento per migliorare la qualità della vita degli anziani, ma anche come fattore abilitante per promuovere l’inclusione sociale in generale.
Le metropoli come Milano, con la crescente popolazione anziana e la ricchezza di risorse culturali ed economiche, si rivelano un laboratorio ideale per sperimentare soluzioni innovative. Una delle dinamiche significative è il cambiamento nelle strutture familiari: sempre più anziani vivono da soli e ciò li porta a una maggiore richiesta di servizi e reti di supporto non familiari. Tuttavia, le città come Milano presentano anche sfide uniche, come la mobilità. La ricerca condotta dal Politecnico di Milano ha evidenziato come la camminabilità delle aree urbane influenzi direttamente l’inclusione sociale e la qualità della vita degli anziani. Strade ben strutturate e marciapiedi accessibili consentono agli anziani di muoversi liberamente e di partecipare attivamente alla vita urbana.
La creazione di una città intergenerazionale richiede l’implementazione di strategie innovative e progetti che possano favorire la convivenza armoniosa e la collaborazione tra le diverse generazioni.
Un’iniziativa significativa è la partecipazione alla rete internazionale delle “City of Longevity”, promossa dal National Innovation Center for Aging di Newcastle, che ha l’obiettivo di condividere esperienze e strategie volte a gestire i cambiamenti demografici in corso in tutto il mondo. In questo contesto, emerge la visione della “New Map of Life” dell’Università di Stanford, che ridefinisce il concetto di ciclo vitale ponendo l’accento sull’apprendimento continuo lungo tutta la durata della vita. Questo suggerisce la necessità di sviluppare programmi educativi e di formazione per gli adulti, non limitati alla giovinezza, ma estesi a tutte le fasi della vita.
Un’altra strategia importante è quella di incentivare la partecipazione intergenerazionale attraverso progetti che favoriscano lo scambio di conoscenze e l’interazione tra diverse fasce d’età. Questi progetti possono includere programmi di volontariato intergenerazionale, in cui anziani e giovani lavorano insieme per affrontare sfide sociali e ambientali, o iniziative culturali che favoriscono lo scambio di esperienze e tradizioni tra generazioni diverse.
La Longevity Economy rappresenta una nuova frontiera per lo sviluppo economico e sociale, richiedendo un approccio integrato e collaborativo. Milano e altre metropoli si trovano al centro di questa trasformazione, fungendo da laboratori di innovazione intergenerazionale. Attraverso la promozione di politiche inclusive, investimenti mirati e partenariati strategici, queste città possono plasmare un futuro in cui l’invecchiamento è considerato un’opportunità piuttosto che un problema.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.