La mappa mondiale del Pil:
il bilancio del 2022 e le previsioni per il 2023
Crescita economica o recessione?
Il ruolo dell’inflazione e del rialzo dei tassi
Di cosa si parla?
2022, un anno da dimenticare
Il 2022 è stato un anno complicato anche se, un anno fa, il Center for Economic and Business Research (Cebr) dava rassicurazioni differenti. Il Cebr scriveva infatti che entro il 2022 il Pil globale avrebbe superato per la prima volta i 100 trilioni di dollari, e che la Cina sarebbe diventata la più grande economia mondiale entro il 2030, soffiando il primo posto agli Stati Uniti.
Non si erano però considerati per il 2022 il ritorno dell’inflazione, una guerra in Ucraina e lo spettro della recessione.
2023, quali le prospettive secondo il Cebr
Secondo il nuovo report pubblicato dal Cebr, nel 2023 si prevede una recessione a livello globale, causata dall’aumento dei tassi di interesse, i quali saliranno, anche per effetto delle politiche monetarie della Banche Centrali, in risposta all’aumento dell’inflazione.
La scarsa tempestività da parte delle banche centrali nel riconoscere la portata dei problemi di inflazione e la conseguente svalutazione del denaro, ha rischiato di attivare una catena di conseguenze brutali per le economie nazionali ed internazionali.
In questo scenario vi è una buona notizia, ovvero che l’inflazione scenderà abbastanza rapidamente; d’altro canto è doveroso altresì sottolineare che in molti Paesi servirà passare per una recessione perché ciò accada. Questa è decisamente una cattiva notizia.
Mappa mondiale del Pil, quali evoluzioni?
In sintesi si può affermare che difficilmente la Cina riuscirà il sorpasso degli USA, ma, secondo il Cebr potrà riuscirci nel 2036. Tutta colpa della recessione? No, le cause sono dovute anche alla politica zero covid del Paese del dragone e l’aumento delle tensioni commerciali con l’Occidente.
La Russia perderà il 3% del Pil e resterà al nono posto nella lista delle grandi economie: la Guerra in Ucraina e le sanzioni ad essa correlate non favoriscono di certo un’economia fiorente.
In generale l’economia mondiale crescerà nel complesso raddoppiando da da 102 a 206 trilioni nel 2037.
In Italia, invece, l’inflazione ha toccato l’11,8% a novembre, il livello più alto dagli anni 80: l’aumento dei prezzi di cibo ed energia ha trascinato la rapida impennata dei prezzi anche negli altri settori.
Ad oggi l’Italia rimane uno dei Paesi più indebitati dell’Eurozona, con un debito pubblico pari al 147% del Pil nel 2022: bisogna riconoscere un leggero calo del dato rispetto al 155% registrato nel 2020. Nel prossimo futuro si pensa che l’economia italiana vivrà una contrazione dello 0,4% : oggi, ad inizio 2023, gli alti prezzi dell’energia frenano l’attività economica sia all’interno del Paese che nell’area dell’euro nel suo insieme.
Ma non bisogna abbandonare le speranze: secondo le previsioni l’economia italiana tornerà a crescere nel 2024 in linea con il trend positivo previsto sul lungo termine.
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