la Crisi del Ceto Medio in Italia: Analisi e Soluzioni
Un approfondimento delle cause della crisi del ceto medio in Italia e le soluzioni proposte per rilanciarlo con Sara Lena di Censis.
Di cosa si parla?
Oggi esploriamo un tema cruciale per la società italiana: lo stato del ceto medio. Sara Lena, ricercatrice presso Censis, che ci offre una panoramica dettagliata sulla situazione attuale e le dinamiche in gioco.
Il ceto medio in Italia è prima di tutto una condizione percepita. Oggi, il 60,5% degli italiani si identifica come ceto medio, mentre solo il 5,7% si considera benestante. Questa auto-percezione è diffusa tra diverse fasce socio-economiche, con una maggiore prevalenza tra gli anziani, che hanno vissuto il periodo di prosperità post-bellico. Dati sul reddito confermano questa percezione diversificata: il 46% del ceto medio dichiara un reddito medio-basso, che mostra che l’appartenenza al ceto medio non è strettamente legata al reddito, ma piuttosto a uno status sociale percepito.
La crisi del ceto medio è alimentata sia da fattori globali che interni. Storicamente, il ceto medio italiano ha attraversato un periodo di forte crescita economica con un aumento dei consumi e del benessere, poi una fase di declino, iniziata con una crisi economica globale e segnata dalla diminuzione delle opportunità economiche e dalla distruzione di lavori tipici del ceto medio a causa della digitalizzazione e infine la fase attuale contrassegnata dall’erosione della condizione del ceto medio a causa di fattori economici e soggettivi, con una crescente paura del declassamento e del blocco della mobilità sociale.
Questa crisi è alimentata anche da dinamiche psicologiche e comportamentali. Il timore del declassamento è prevalente tra il ceto medio, con quasi il 50% che percepisce un arretramento sociale e il 53% che ritiene che il proprio tenore di vita stia peggiorando. Questa percezione è trasversale e colpisce anche il ceto benestante, indicando una diffusa insicurezza economica. Inoltre, la maggioranza di chi si identifica come ceto medio ritiene che sia sempre più difficile salire nella scala sociale, riflettendo un blocco della mobilità sociale e una visione pessimistica del futuro.
Per superare la crisi del ceto medio, è fondamentale valorizzare il talento e l’impegno nel lavoro, merito e competenze dovrebbero essere premiati, e il ruolo dei manager è cruciale per promuovere una cultura del merito e migliorare i meccanismi produttivi ed economici. Dal punto di vista politico, sono necessari interventi per combattere l’evasione fiscale e promuovere chi crea lavoro e opportunità. Inoltre, dare maggiore libertà di scelta ai pensionati potrebbe rappresentare un incentivo importante.
In sintesi, per rilanciare il ceto medio in Italia è essenziale promuovere politiche fiscali e sociali che valorizzino il merito e creino opportunità, combattendo l’evasione fiscale e supportando il lavoro e l’impresa.
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