I giovani e il “sogno” della pensione

I giovani e il “sogno” della pensione

Pensioni, le spiegazioni dell’Inps sulle novità 2023: i ventenni dovranno lavorare più di 46 anni

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Dati INPS

Secondo i calcoli dell’Istituto, un ragazzo che si è appena laureato, poniamo a 24 anni, e ha avuto la fortuna di immettersi subito nel mondo del lavoro, dopo un anno di attività, numeri alla mano, potrà sperare di andare in pensione anticipata a settant’anni (ma deve aver accumulato senza interruzione contributi per almeno 46 anni e 4 mesi), mentre la pensione di vecchiaia arriverà a 70 anni e sei mesi (con oltre 20 anni di contributi). Ma, come sappiamo, il lavoro si è fatto sempre più precario e, dunque, avere 46 anni di contributi ininterrotti sembra essere ormai un’utopia. Ma anche con meno di 20 anni di contributi (e più di 5) la pensione di vecchiaia si posticiperà di molto, ovvero fino a 74 anni e 10 mesi.

I trentenni. Le cose migliorano leggermente per chi è entrato da poco (o ci sta entrando ora) nei 30 anni: i nati negli anni Novanta, infatti, potranno lasciare il lavoro a 70 anni con 20 anni di contributi, mentre per l’anticipata serviranno 45 anni di contributi versati , senza paletti anagrafici.
I quarantenni. Sempre secondo il simulatore dell’Inps un uomo nato a gennaio 1983 e che ha iniziato a lavorare nel 2008, a 25 anni, potrà andare in pensione anticipata a 66 anni e 4 mesi di età e 20 anni di contributi effettivi. La pensione di vecchiaia, invece, arriverà a 69 anni e 6 mesi di età e 20 anni di contributi (l’importo della pensione non sarà inferiore a 1,5 dell’importo dell’assegno sociale).

Come funziona Quota 103

er rimandare ulteriormente il ritorno in vigore della legge Fornero (n. 214 del 2011), la legge di Bilancio ha introdotto in via sperimentale per il 2023 Quota 103, la possibilità cioè di accedere alla pensione con 62 anni di età e 41 di contributi. Questi requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2023. Il tetto massimo dell’importo lordo non deve potrà essere superiore a cinque volte il trattamento minimo: 2.818,65 euro lordi al mese.
L’Inps ha stabilito una data spartiacque: il 31 dicembre 2022. Chi ha maturato i requisiti necessari a Quota 103 entro quella data, potrà favorire della prima finestra, quella del primo aprile per i lavoratori privati e del primo agosto per quelli pubblici; mentre nel 2023 i lavoratori potranno lasciare il posto tre mesi dopo che hanno maturato i requisiti, se lavoratori privati, e sei mesi dopo se pubblici.
Coloro che, nonostante il raggiungimento dei requisiti, decidono di rimanere in servizio, riceveranno in busta paga una somma pari alla contribuzione normalmente a carico del lavoratore (9,19%).