In Italia, la denatalità è un fenomeno sempre più diffuso e, fra le lavoratrici sembra chiara anche la ragione: un recente studio condotto dall’Università Bicocca di Milano ha indagato sulle motivazioni che spingono le donne ad abbandonare o a limitare i propri progetti genitoriali.

Donne e lavoro, manca l’equilibrio tra famiglia e carriera

Le risposte delle donne intervistate hanno evidenziato alcune barriere psicologiche, sociali ed economiche, tra cui la difficoltà a immaginare un futuro che permetta un equilibrio tra famiglia e carriera, la mancanza di un sistema di welfare solido e il peso delle aspettative sociali.

Lavoro, genitorialità e welfare, quali soluzioni?

Per superare questi ostacoli, le donne intervistate hanno proposto soluzioni a livello politico, sociale, organizzativo e individuale, come la creazione di servizi di qualità per la famiglia e il lavoro, un coinvolgimento equo dei partner nella gestione della famiglia e una consapevolezza condivisa del valore sociale della genitorialità.

I governi spesso per incentivare la natalità propongono sgravi o incentivi economici, come la proposta di zero tasse per chi fa due figli. Tuttavia, non è sufficiente agire solo dal punto di vista economico, ma, come evidenziato dallo studio, è necessario adottare un approccio più ampio e sostenibile, che affronti le cause profonde della denatalità e sostenga le donne nella realizzazione dei loro progetti di vita.

Conseguenze e soluzioni alla denatalità

Inoltre, è importante ricordare che la mancanza di natalità in Italia ha conseguenze a lungo termine sulla società e sull’economia del paese. I giovani uomini e donne migranti che potremmo accogliere oggi potrebbero essere i figli che non abbiamo avuto negli ultimi 20 anni, e quindi una possibile soluzione per l’invecchiamento della popolazione e la crescita economica del paese.

Donne, lavoro e genitorialità, servono soluzioni integrate e sostenibili

In sintesi, per affrontare il fenomeno della denatalità in Italia, è necessario adottare un approccio integrato e sostenibile, che tenga conto delle barriere psicologiche, sociali ed economiche che limitano i progetti genitoriali delle donne e che promuova politiche di sostegno alla famiglia e alla natalità a lungo termine.