Coop, un italiano su 4 ha paura di diventare povero

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“L’anno che verrà” Coop-Nomisma: un italiano su 4 ha paura di diventare povero 


La rassegnata abitudine degli italiani alle difficoltà nel rapporto pubblicato a fine dicembre

Di cosa si parla?

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Il rapporto Coop – Nomisma “L’anno che verrà”

Il rapporto Coop – Nomisma “L’anno che verrà”, pubblicato a fine dicembre 2022 mette in luce una rassegnata abitudine degli italiani alle difficoltà: una famiglia su due risente il peso dell’inflazione e dichiara di aver posticipato dei pagamenti perchè in difficoltà a sostenere alcune spese: è il caso infatti del 54% degli intervistati. 

Il 42% delle persone interpellate ha dichiarato di spendere più di quanto guadagni mensilmente, il 27% e il 22% ha invece espresso di aver rimandato il pagamento della rata del mutuo, delle bollette o delle multe a causa delle difficoltà finanziarie. Il 15% degli intervistati ha chiesto di posticipare il pagamento dell’affitto mentre, tra coloro che sono proprietari della loro abitazione, un 19% ha dichiarato di aver pensato di vendere l’immobile per disporre di maggiore liquidità.

Italiani e la temuta povertà

Un italiano su quattro di fatto teme la povertà: il 30% degli intervistati sostiene di non poter far fronte alle spese per abbigliamento e calzature nel 2023, il 25% teme di non riuscire a provvedere all’acquisto del cibo necessario, mentre un altro 25% è preoccupato per le spese relative alla scuola e al trasporto pubblico. 

Solo un terzo degli intervistati pensa di riuscire a far fronte ad una spesa imprevista di 850 euro, 

il 30% del campione dichiara di non essere riuscito a mettere da parte denaro nel 2022 e il 18% di aver vissuto almeno un disagio alimentare nel corso dell’anno. 

Il 40% delle famiglie intervistate pensano che il 2023 sarà un anno economicamente più difficile da sostenere rispetto il 2022; al contrario, il 32% ritiene che la situazione migliorerà e la gestione del denaro sarà facilitata. Infine, il 22% sostiene che quest’anno sarà comunque un anno difficile, ma intravede prospettive di miglioramento. 

Consumi in affanno, ma l’alimentare regge

Che l’inflazione, i rincari dell’energia e l’aumento dei tassi d’interesse abbiano impattato negativamente sulle spese delle famiglie non sorprende di certo: un terzo degli italiani si sta trovando in difficoltà a pagare le bollette di luce e gas e, del resto, la bolletta media delle famiglie è passata da 560 a 110 euro per l’energia elettrica e da 990 a 1700 euro per il gas.

Gli italiani sono pronti e costretti a fare sacrifici, ma non transigono sul cibo: il forte aumento del prezzo dei prodotti, infatti, non ferma i consumi alimentari. Gli italiani sarebbero infatti propensi a modificare le loro scelte, il 17% verso la riduzione della quantità e il 19% verso l’aumento della qualità, e di certo, sacrificheranno le cene fuori.


L’alto costo della vita colpisce soprattutto i piccoli nuclei familiari, in particolare, sono le famiglie monoreddito a pagare il costo della vita più elevato.