Affrancamento Straordinario delle Riserve: Nuove Opportunità Fiscali per le Aziende
Il nuovo decreto del 2024 permette alle aziende di liberare riserve e migliorare la loro posizione patrimoniale con vantaggi fiscali significativi.
Di cosa si parla?
L’art. 15 del decreto delegato approvato dal Consiglio dei Ministri il 30 aprile 2024, noto come “Affrancamento straordinario delle riserve”, introduce la possibilità di affrancare alcune voci iscritte nel bilancio dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023. Questo affrancamento riguarda il saldo attivo di rivalutazione, le riserve e i fondi in sospensione di imposta che residuano al termine dell’esercizio successivo. L’ultimo intervento simile risale alla legge del 30 dicembre 2004, n. 311.
Cos’è l’affrancamento
L’affrancamento, nel contesto economico-finanziario, è un’operazione che consente a un’impresa di liberare riserve o plusvalenze latenti, ovvero quei valori che si sono accumulati nel tempo ma non sono ancora stati realizzati, mediante il pagamento di un’imposta sostitutiva, ed è fondamentale per gestire la fiscalità aziendale, migliorare la posizione patrimoniale e rendere disponibili utili distribuibili.
Il processo di affrancamento inizia con l’identificazione delle riserve, che possono includere rivalutazioni di beni o partecipazioni, riserve di utili reinvestiti e plusvalenze latenti. Successivamente, viene calcolata l’imposta sostitutiva da pagare, generalmente inferiore rispetto alle aliquote standard dell’imposta sui redditi. Dopo il pagamento dell’imposta, le riserve o le plusvalenze diventano disponibili per la distribuzione di dividendi o per altre operazioni strategiche aziendali.
I vantaggi dell’affrancamento sono molteplici. Innanzitutto, consente un’ottimizzazione fiscale, poiché l’imposta sostitutiva è inferiore rispetto alle aliquote standard, permettendo un risparmio fiscale significativo. Inoltre, migliora la solidità patrimoniale dell’azienda, rendendo le riserve più flessibili e disponibili per la distribuzione, e aumenta anche la liquidità aziendale, fornendo risorse per nuovi investimenti o per migliorare la struttura finanziaria. Infine, una migliore posizione patrimoniale e la possibilità di distribuire dividendi rendono l’azienda più attraente per gli investitori.
Tuttavia, l’affrancamento comporta alcuni costi e considerazioni strategiche. La decisione di affrancare deve essere ponderata attentamente, considerando l’impatto a lungo termine sulla struttura finanziaria dell’azienda. Inoltre, le normative fiscali possono variare nel tempo, influenzando la convenienza e le modalità dell’affrancamento.
A chi rivolgersi
Per procedere con l’affrancamento, è fondamentale rivolgersi ai professionisti giusti per garantire una corretta esecuzione dell’operazione e ottimizzare i benefici fiscali. I commercialisti e i consulenti fiscali sono essenziali per analizzare la situazione patrimoniale dell’azienda, identificare le riserve e le plusvalenze latenti, e calcolare l’imposta sostitutiva dovuta. Possono anche consigliare sulla convenienza dell’affrancamento e sulle modalità più efficaci per effettuarlo. I revisori contabili, invece, possono verificare e certificare i valori delle riserve e delle plusvalenze, assicurando che i calcoli e le valutazioni siano conformi alle normative vigenti. La loro certificazione può essere richiesta dalle autorità fiscali per validare l’affrancamento.
Per questioni legali complesse o interpretazioni delle normative fiscali, un avvocato specializzato in diritto tributario può fornire consulenza e rappresentare l’azienda in eventuali controversie con le autorità fiscali. Anche i consulenti aziendali possono aiutare nella pianificazione strategica dell’affrancamento, valutando l’impatto a lungo termine sulla struttura finanziaria dell’azienda e suggerendo le migliori pratiche per l’implementazione. Alcune banche e istituti finanziari offrono servizi di consulenza fiscale e possono assistere le aziende nell’analisi e nell’esecuzione di operazioni di affrancamento, soprattutto se comportano movimentazioni di capitale significative. Anche le associazioni di categoria, come le associazioni di imprenditori o le camere di commercio, offrono servizi di consulenza e formazione in materia fiscale e possono indirizzare verso i professionisti più adeguati.
Riapertura dell’affrancamento riserve in sospensione d’imposta
Le riserve in sospensione d’imposta sono poste di patrimonio netto per le quali l’imposizione fiscale è rinviata fino alla distribuzione ai soci o a un altro momento specifico stabilito dalla legge istitutiva. Esistono diverse tipologie di riserve in sospensione d’imposta: alcune sono soggette a imposizione in caso di qualsiasi utilizzo, altre sono tassate solo in caso di distribuzione ai soci, come le riserve di rivalutazione.
L’affrancamento delle riserve in sospensione d’imposta ha diversi effetti: per le società di capitali, le somme non sono più soggette a IRES, mentre i soci devono applicare l’imposta sulle somme ricevute come utile da partecipazione; per le società di persone in contabilità ordinaria, la distribuzione delle riserve ai soci non ha effetti reddituali né per la società né per il socio.
Il nuovo schema di decreto legislativo prevede che l’affrancamento possa essere totale o parziale e si riferisca ai saldi attivi di rivalutazione, alle riserve e ai fondi in sospensione di imposta presenti nel bilancio dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2023 e residui al termine dell’esercizio (per i soggetti solari, al 31 dicembre 2024). L’affrancamento si perfeziona con il versamento di un’imposta sostitutiva IRES e IRAP del 10%, calcolata sul valore netto della riserva come iscritta a bilancio. Questa imposta deve essere liquidata nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2024 e pagata in quattro rate di pari importo, la prima delle quali entro il termine previsto per il versamento del saldo delle imposte sui redditi.
Per le società di capitali, se le riserve non sono utilizzate per fini diversi dalla distribuzione ai soci, l’aliquota del 10% risulta vantaggiosa, consentendo di ottenere riserve di utili soggette a imposizione ordinaria solo al momento della distribuzione.
Per le società di persone, invece, l’affrancamento comporta la completa liberazione della riserva. L’importo assoggettato a imposta sostitutiva, a carico della società, è imputato per trasparenza al socio, senza ulteriore imposizione.
Le modalità operative per l’affrancamento saranno chiarite da un decreto ministeriale attuativo che verrà emanato entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto legislativo.
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